Filosofia di Strada

Filosofia di strada – Genesi.

A ferragosto siamo sempre a casa mia al mare.
I miei cinque amici più una veneta attorno alla tavola imbandita di salsiccia e altra carne appena grigliata.
“Sei un coglione.” Davanti a tutti.
Dove la trovi un’altra così?
Poi mi raggiunge in cucina per limonare. Davanti a tutti.
Io mi vergogno. “Per questo sei un coglione.”
“Facciamo una foto di Iron man che gli escono i raggi laser dalle mani e la testa di Padre Pio. E non diciamo a nessuno che l’abbiamo fatta noi.”
“Certo. Anonimo.”

“E il sesso faceva schifo.”
“Ma è perché avevo i dubbi. Adesso non ne ho più.”
Non per discolparmi, ma è così. Il sesso è bello solo in due casi:
quando lei non è ancora la tua ragazza e quando hai deciso che è la donna della tua vita.
Nel mezzo fa schifo. Cioè, meglio di niente. Ma non per le donne.

La chat dei colleghi.
Aperitivo a Saronno.
“Inizia a fare freddo.” “A Milano c’è tutto.” “A me piace il Jazz, ma anche il rock non mi dispiace, anzi.”
Neanche una bestemmia. Se viene fuori una parolaccia si ride come nelle pubblicità brutte.
C’è una cover band dei Pink Floyd che io la chitarra di Shine on you crazy diamond la faccio meglio con la bocca.

Durante la meditazione vipassana non si dovrebbe pensare. E se capita che pensi bisogna tornare alla percezione del respiro.
Stavolta ho combinato la vipassana con una meditazione di un tizio beccato su instagram che dice di parlare per conto di un extraterrestre.
Le robe spirituali sugli extraterrestri sono le più becere. Il peggiore è Biglino.
Andatevelo a cercare. Anzi, non fatelo.
Ma stavolta ho voluto provare. Non Biglino, quell’altro.
“Che cosa voglio fare nella vita?”
“Voglio connettermi con tutti.”
“Come mi piace connettermi?”
“Mi piace fare lezioni di filosofia.”
“Come puoi fare lezioni di filosofia a tutti?”
“Vado in strada e faccio lezioni per strada.”
“Per connetterti con tutti?”
“E trovare qualcuna che mi insulti.”

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